Intervista di Rossella Oricchio

“La musica è la lingua dello spirito. La sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che canta e l’anima di colui che ascolta” (Kahlil Gibran). Possono anche passare giorni, mesi, anni, ma talvolta capita di risentire quella musica che si ascoltava da ragazzi e tutto ritorna alla mente, come se si vivesse due volte, come se il tempo non fosse mai passato. Ci si aggrappa a quel filo di ricordi, si arriva addirittura a sentire il profumo che circondava quella musica, magari nella propria stanza o in un giardino o anche in un bar con amici. Era una musica speciale perché speciali eravamo noi, perché avevamo il senso, l’ intuizione giusta e il cuore per ascoltarla. Si rivive lo stato d’animo di una volta quando una traccia musicale si faceva propria, perché tutto è già stato impresso, come se fosse stato registrato nel profondo del nostro essere. Quando crescendo, le vene pulsano e non si riesce a contenere quello stato di grazia, allora si può vivere di musica per tutta la vita! Come una chiave che riapre una porta, si spalanca un mondo che era solo assopito e che adesso chiede di essere svegliato. Il potere della musica riaccende la speranza presente, intona accordi e analizza nuovi progetti, nuove sfumature e colori da dare alla propria esistenza. La musica è un’avventura meravigliosa, ti permette di entrare in mondi nuovi, proprio perché ricchi di sensazioni. Quando si scelgono le note musicali, si sceglie anche chi essere, da che parte essere e quale anima avere. Quando poi è la musica a sceglierci, tutto ciò diventa ancora più gratificante e straordinario. Ne sa qualcosa colui che fa musica, che la crea, che ne fa una missione di vita. Questo è quanto accaduto a quattro artisti emergenti del panorama musicale locale. Si sono cercati, si sono anche sognati, infine conosciuti, studiati a vicenda, apprezzati, stimati. E un po’ come sulle note della vecchia canzone di Gino Paoli : “Eravamo quattro amici al bar”, la scintilla è scoccata ben presto, poichè l’ intento comune li ha uniti in un sodalizio musicale che oramai dura da tempo. Parliamo de i Thergo, gruppo musicale salernitano, un gruppo rock formato dal chitarrista Gianni Carlo Turco, dalla cantante e percussionista Dora Iaccarino, dal bassista e cantante David Jefferson e dal chitarrista Francesco Carrà. Supporto esterno alla band è il batterista Luca Autieri. Tutti di età intorno alla quarantina, (n.d.r.tranne David, il più giovane del gruppo), ciò che colpisce è l’ energia positiva che il gruppo emana già dal primo incontro, la verve, la voglia di farcela. Sono quattro persone con un cospicuo bagaglio di cultura musicale alla spalle; quattro artisti che si sono conosciuti tempo fa (precisamente nel 2011), tanto da diventare così affiatati, da scoprirsi ed amalgamarsi di continuo. Oggi i componenti del gruppo musicale guardano nella stessa direzione per puntare dritti a quella stella da afferrare al volo: il loro sogno rock. La passione per la musica li ha uniti fino a farli esplodere in una band dal nome che è tutto un programma, una filosofia di vita, una filosofia rock. Il nome Thergo sta a significare letteralmente “dietro”, ma anche il lato nascosto delle cose, il significato profondo e recondito al di là delle apparenze che costringono in un recinto, in uno status prestabilito. La volontà di vedere dietro, dietro ogni contesto, ogni ambiente, ogni immagine, ogni gesto, ogni azione, concetto e profilo umano ed esistenziale. Per voler essere più che apparire, consci del fatto che bisogna far spettacolo ma che in quel palco o ambiente è auspicabile lasciare un’ impronta che sia la loro essenza. Questo per lanciare un messaggio, per far intendere, come in un manifesto indelebile, che, nonostante le difficoltà ed ostacoli di ogni genere, per la musica e con la musica ci saranno sempre e per sempre. Sulle prime si resta attirati dall’ entusiasmo contagioso della band, dalla verve che riescono ad infondersi e ad infondere ma anche dai comuni valori e principi fondati sull’onestà di fondo, la sincerità, la voglia di mettersi in discussione, di continuare a crescere ed imparare dal mondo della musica. Se poi questa affiliazione ed amicizia crea arte, bellezza, è, insomma, creatività pura, ben venga, è ciò che ognuno di noi vorrebbe trovare nella vita! Non solo musica, ma anche emozioni e sentimenti vibrano nei testi e nelle parole dei Thergo, un bel volo musicale che hanno rincorso da tempo e che ora come ora li tiene uniti più che mai! Il loro simbolo, intanto, è una falce di luna ma di quell’ altra faccia della luna, di quella luna che non si vede, di quella luna nascosta, con un magico alone intorno… Le loro canzoni sono veri e propri stralci poetici come Canzone per Chiara, Cenere, Blu Island che lanciano messaggi ed esprimono stati d’animo conferendo forti emozioni al pubblico degli ascoltatori. I Thergo hanno ricevuto vari premi e contano numerose partecipazioni a serate, festival, concorsi ed eventi musicali sia in ambito locale che nazionale.

Perché avete scelto la musica rock rispetto a qualche altro genere musicale?

Il primo a parlare è Gianni Carlo, un po’ il capostipite, fondatore e portavoce del gruppo.
-Da ragazzino mi sentivo smuovere dalla musica rock, sono cresciuto con la musica rock, per me è stato naturale seguire questo stile, dentro mi sento rock-.
-Io fino ai trent’anni ho ascoltato di tutto, poi quando ho conosciuto Gianni, ho ascoltato la musica con un altro orecchio, ho apprezzato il rock e devo dire che mi è piaciuto subito il genere perché la musica rock è una musica costruita, complessa, che dice qualcosa, ha un’ anima mutevole- aggiunge Dora che scopriamo essere la compagna di Gianni anche nella vita.
-Penso che a differenza del pop che è massificante, parliamo di un genere completo, unico, un genere che non può paragonarsi troppo ad altri generi musicali- afferma Francesco.
E per finire anche David parla con entusiasmo del genere rock come di un linguaggio musicale completo che si adatta bene ad esempio al blues e al jazz, riuscendo ad uniformarsi splendidamente. Intanto, nell’arco dell’intervista, il gruppo musicale assume una voce unica, coerente e consapevole di quanto si andrà affermando, rimanendo soprattutto in perfetto accordo su varie tematiche e concetti da fare propri, da voler esporre e finalmente esprimere all’ unisono.

Che cosa vuol dire esprimersi oggi con il genere musicale rock?

Il rock oggi non riesce a scuotere la massa, oggi ci si uniforma al genere musicale del momento. Pensiamo che sia tutto frutto di un impoverimento musicale che si protrae da anni. Basti pensare che non si legge più un libro come prima, non si va a cinema o ad una mostra d’arte, c’è molta stereotipazione, anticultura, beh, ci sarebbe tanto da dire al riguardo…

Qual è il vostro repertorio musicale e a quali gruppi musicali vi ispirate?

Sono quaranta pezzi del nostro repertorio personale che integriamo con delle cover di artisti vari quali Battisti, Tenco, sempre rivisitati secondo il nostro stile musicale. Intanto ci ispiriamo a gruppi musicali quali i Doors, Led Zeppelin, gruppi “metal”, musica “grunge” anni ’90 e altri gruppi che hanno accompagnato le nostre fasi di vita fino ad oggi.

Un progetto recente è Pagina Bianca, il vostro ultimo album…Perché avete dato questo nome all’ album e qual è il significato recondito?

La pagina bianca è una pagina nuova, dove si va da capo e vi si scrive qualcosa. Non vogliamo sentirci una pagina già scritta ma una pagina bianca dove potere scrivere qualcosa di noi, reinventarci e parlare dei nostri sentimenti ed emozioni. Quindi un po’ come il nome Thergo, che significa dietro le cose, cercare il significato nascosto dietro le cose oppure la conseguenza di qualcosa riposta dietro le canzoni, con Pagina Bianca abbiamo voluto rivolgerci al nuovo cercando pensieri e concettualità da diverse angolazioni. E’ un album autoprodotto con dieci “tracce”, ossia dieci canzoni che ogni volta che cantiamo ci regalano emozioni che di rimando speriamo di regalare al nostro pubblico.

Il vostro sogno musicale?

(Si guardano negli occhi come ad avere un consenso reciproco, il quale, più che da esprimere a parole, sia un consenso spirituale, un sentimento che nutrono da tempo e che viene fuori senza battere ciglio, all’ improvviso).
Il nostro sogno musicale alla fine è molto semplice e altrettanto concreto: vorremmo trovare qualcuno che si interessi a noi, qualcuno che creda in noi tanto da essere supportati da una casa discografica… Non neghiamo che il nostro sogno è anche poter vivere di musica…

Prossimi progetti o eventi musicali che vi vedranno protagonisti?

A breve, il sei aprile, a Napoli, parteciperemo a “Sanremo rock” ( evento collaterale al festival di Sanremo). Siamo stati scelti per le selezioni! Poi naturalmente promuoveremo il nostro album in giro per locali.

In bocca al lupo, ragazzi!… Quali esperienze musicali hanno formato particolarmente la vostra carriera fino ad oggi?

Il concorso nazionale al Tour Music Fest a Roma con la partecipazione del grande Mogol: si è trattato di un interessante stage di tre giorni. L’ ultima esperienza riguarda il successo che abbiamo riscosso a marzo del corrente anno presso il Teatro La Ribalta di Salerno con il nostro progetto “Live in Art in Theatre”. Un concerto teatrale, quest’ ultimo, dove la nostra rappresentazione musicale è stata vista tramite varie arti dal vivo quali il ballo, il disegno ed il “light design”. Questo successo ci ha colpito interiormente, non ci aspettavamo tanti consensi… Il nostro progetto consiste nell’ accompagnare la nostra musica alle arti visive, ad esempio, con la fotografia di Francesca Savarese e la pittura a fumetti di Nello Agresta. Mentre ci esibiamo, ci lasciamo accompagnare da video emozionali, cortometraggi, fumetti dal vivo…

Vi descrivete caratterialmente?

David è il più esuberante, è uno show man, Francesco è il più riflessivo e dà molto equilibrio al gruppo, Dora è una front woman, molto intuitiva e un’ ottima interprete e io penso di essere la mente organizzativa del gruppo… Senza dubbio, ci completiamo a vicenda.

La vita è…la definite con una vostra canzone che piace a tutti e quattro?

Trovare la propria interiorità, il proprio posto interiore per stare bene con se stessi e con gli altri. Questo messaggio è racchiuso in Blu Island.

Che cos’è la musica per voi?

Gianni: Per me è vita, non riesco a pensare di vivere senza la musica.
David: Nietzsche dice che senza la musica, la vita sarebbe un errore: sono d’ accordo con il grande filosofo!
Dora: Attraverso la musica lascio un’ impronta, un segno di me a qualcuno…
Francesco: La musica mi ha salvato la vita diverse volte e…non aggiungo altro.

No, davvero, dopo queste risposte non c’ è niente da aggiungere… Auguri per tutto, ragazzi…

Grazie di cuore.

Per info cell: 348/8890805 http://www.thergo.jimdo.com